Per una corretta esecuzione della raccolta è opportuno che le singole segnature siano identificabili in maniera inequivocabile e spesso non è sufficiente considerare la sequenza delle pagine o far riferimento al campione fornito dallo stampatore.
I sistemi a telecamera, presenti sulle macchine moderne da legatoria, provvedono con buona approssimazione al controllo della corretta sequenza delle segnature che compongono il libro attraverso la lettura delle immagini, ma hanno comunque dei limiti e sono assolutamente inutilizzabili nei casi in cui due diverse segnature iniziano con pagine molto simili tra loro o bianche.
Tra i vari metodi per identificare le segnature uno dei più pratici è stampare dei segni sulla parte corrispondente al dorso della segnatura piegata, in modo che siano visibili all’esterno del blocco libro. Tali tacche, dette anche marcature a scalare, devono avere dimensioni sufficienti per essere visibili, ma tali da restare nell’area di incollatura tra le segnature, (generalmente 1mm di base e da 5 a 10 mm di altezza) e, per il miglior controllo visivo, ciascuna tacca deve essere accostata a quella successiva. In tal modo è possibile controllare a colpo d’occhio la corretta sequenza.
Altro sistema di identificazione delle segnature consiste nello stampare, sul bordo della prima pagina di ciascuna segnatura, il numero di sequenza della stessa ed eventualmente della versione del lavoro (ad esempio la lingua per i volumi stampati in diverse versioni linguistiche). Tale soluzione è particolarmente utile per distinguere le differenti versioni di uno stesso lavoro ed evitare errori nella raccolta che comprometterebbero irreparabilmente il prodotto.
In tutti i casi i due sistemi di identificazione possono coesistere e sarebbe auspicabile che fossero utilizzati sistematicamente. La loro realizzazione non è assolutamente onerosa per lo stampatore in quanto la maggior parte dei sistemi di impaginazione provvede direttamente alla impostazione delle tacche nella posizione dovuta.